Obbligati a crescere, Giorgetti: «L'Italia diventi hub per la farmaceutica»

Su aiuti alle imprese e Ricovery plan «lo Stato non può tirarsi indietro» ma «il piano da solo non risolve il problema».  Così il ministro dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti,  intervenuto a Obbligati a Crescere. "Il Piano – L’economia della prossima generazione", il webinar in streaming oggi  sulle testate del gruppo Caltagirone Editore (Messaggero, Mattino, Gazzettino, Corriere Adriatico, Quotidiano di Puglia).

Giorgetti ha poi affermato che è necessario un «nuovo ruolo pubblico in questa fase di crisi» ma, ha aggiunto, «è indispensabile la presenza dell'imprenditore privato». Il ministro si è poi soffermato sul settore dell'acciaio, rilevando che il governo ascolterà tutti e presenterà poi un piano. Anche in questo campo comunque, ha osservato Giorgetti, «lo Stato deve fare la sua parte». Il ministro infine, parlando della farmaceutica, ha detto che è necessario guardare al settore non solo dal punto di vista della salute ma anche dal punto di vista industriale e ha immaginato per l'italia un ruolo di hub nel settore.

«Noi abbiamo messo a punto questa strumentazione» con il Pnrr, «che risponde al ruolo pubblico in una situazione di crisi, dopo di che ci deve essere dalla parte privata, gli imprenditori che si rimettono in gioco. L'alternativa è che lo Stato diventi azionista al 100%, questo non può essere il futuro», ha detto Giorgetti. Secondo il ministro il Pnrr può aiutare le imprese in difficoltà «anche se non è che il piano da solo risolve il problema. Ho ribadito l'importanza della dimensione imprenditoriale, perché lo Stato deve fare la sua parte» con investimenti pubblici, risorse pubbliche, e anche «con l'intervento dello Stato in aziende in crisi o in settori, ma è indispensabile la presenza dell'imprenditore privato, che ha la volontà, il coraggio e si assume il rischio imprenditoriale», e che deve essere accompagnato in queste nuove sfide. Il ministro si è poi soffermato sul settore dell'acciaio, assicurando che il governo ascolterà tutti e presenterà poi un piano. Anche in questo campo comunque, ha osservato Giorgetti, «lo Stato deve fare la sua parte».

«Noi abbiamo un mondo produttivo legato all'acciaio privato che funziona benissimo – ricorda – che è eccellenza, non faccio nomi. Abbiamo dei problemi grandi in particolare a Taranto e a Piombino, limitatamente a Terni». In particolare «su Taranto e Piombino il governo ha un progetto che si avvarrà sia delle risorse messe a disposizione dal Pnrr, sia anche delle capacità tecnologiche offerte dai cosiddetti campioni nazionali che noi abbiamo nei vari settori, che si potranno utilmente applicare a un progetto di cui andare fieri nel mondo», ha affermato Giorgetti. «Sono molto ottimista al netto della situazione molto complicata sotto diversi profili (basti pensare che il 13 maggio è attesa la sentenza del Consiglio Stato per quanto riguarda la possibilità di continuare a produrre a Taranto): quello che è chiaro è che senza acciaio si blocca tutto il sistema della manifattura italiana dove siamo secondi in Europa dopo la Germania, siamo bravi e capaci di fare», ha continuato. «Taranto, Piombino, Terni sono parte di un puzzle che deve in qualche modo essere coerente: stiamo ascoltando tutti e in tempi relativamente breve potremo presentare un puzzle coerente, che possa rispondere all'esigenza strategica di produzione di acciaio per la nostra industria manifatturiera», ha concluso il ministro.

Il ministro infine, parlando della farmaceutica, ha detto che è necessario guardare al settore non solo dal punto di vista della salute ma anche dal punto di vista industriale e ha immaginato per l'italia un ruolo di hub nel settore. Il ministro infine, parlando della farmaceutica, ha detto che è necessario guardare al settore non solo dal punto di vista della salute ma anche dal punto di vista industriale e ha immaginato per l'italia un ruolo di hub nel settore. «Come governo vorremmo mettere a disposizione un polo che coordini e finanzi queste ricerche» nella farmaceutica, «non è solo un problema di soldi, ma anche di ambiente. Se riusciamo a mettere su un ambiente, possiamo far diventare l'Italia un hub di riferimento per il sud Europa e Nord Africa», ha affermato il ministro, spiegando che «questo è il nostro obiettivo, di medio lungo termine». Sulla produzione dei vaccini, ha assicurato, «abbiamo avviato i necessari contatti con le big Pharma per cercare di convincerle a venire a produrre qui».

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