Big Profiles usa l’intelligenza artificiale per scandagliare i dati dei social network, metterli in correlazione con quelli della Camera di commercio e utilizzando la divisione di tutti gli italiani in un milione di microcluster. Per ogni consumatore crea un profilo anonimo con più di 250 indicatori probabilistici su reddito, patrimonio, istruzione, consumi, interessi e molto altro. I clienti che usano Big Profiles sono riusciti ad aumentare le loro vendite del 150%. Lo slogan di Filo è «aiutare le persone a rimanere accanto alle cose che amano». Produce tracciatori bluetooth che consentono di ritrovare oggetti di uso comune come chiavi e portafoglio, oltre a dispositivi anti-abbandono a norma di legge che rileva la presenza dei bambini sui seggiolini e avvisa il genitore in caso di abbandono in auto, anche con smartphone spento, scarico o senza campo. Myfoody è stata la prima startup italiana a impegnarsi nella lotta contro gli sprechi alimentari, attraverso un sistema che permette agli utenti di conoscere i prodotti in scadenza nei supermercati, scontati fino al 50%, e fare una spesa a spreco zero. Insoore è una piattaforma tecnologica che consente alle compagnie assicurative e alle aziende di fleet management di ottimizzare la gestione degli incidenti d’auto. Il modello di Insoore è basato infatti su due anime: insieme allo sviluppo della piattaforma, èstata creata e formata una comunità di esperti – gli Insoorer – pronti a raggiungere gli assicurati effettuando ispezioni video-fotografiche e un team di periti che realizzano la stima del danno, tutto ciò in tempo reale e a richiesta.
IL SISTEMA
Cosa hanno in comune Big Profiles, Filo, Insoorer, ma anche altre decine di start up che con successo si stanno avventurando sui loro mercati di riferimento, innovandoli? Che sono tutti cresciuti in quella che potrebbe essere battezzata la “Stazione Termini Valley”. Se un tempo questa etichetta se l’era meritata un’altra zona di Roma, che pure ospita uno scalo ferroviario, la Tiburtina, la culla delle imprese digitali non solo romane, ma italiane, ha trovato spazio fertile all’ingresso sul lato di via Marsala della più importante stazione romana. Qui LVenture, holding di partecipazioni quotata sul MTA di Borsa Italiana che opera nel settore del Venture Capital investendo in start-up digitali ad elevato potenziale di crescita, ha occupato 9.000 metri quadri presso la Stazione Termini, ospitando più di 50 start-up, corporate, aziende e investitori: un distretto dell’innovazione che attrae talenti, capitali e professionalità per accelerare la crescita dell’imprenditoria del futuro. Persino Facebook ha fissato qui il suo quartier generale.
IL NETWORK
Si è insomma, creato un network di innovazione che ha attirato e attira le migliori idee in cerca di capitali. «E Roma – spiega Luigi Capello, ceo di LVenture Group – è una fucina ricchissima di ragazzi con idee innovative e capacità tecniche, grazie all’apporto delle sue Università». Dal 2013 ad oggi LVenture ha investito in oltre 120 start-up, più di 80 sono attualmente presenti nel suo portafoglio. Le start-up hanno raccolto complessivamente 99 milioni di euro, 19 milioni di euro investiti direttamente da LVenture e 80 milioni di euro da co-investitori. Ma come si fa ad entrare sotto l’ala di questo business angel? LVenture seleziona le migliori start-up “early-stage” italiane e internazionali con il suo Programma di Accelerazione Luiss EnLabs, nato nel 2013 da una joint venture con l’Università Luiss. Il Programma apre una call per start-up due volte l’anno (sessione invernale ed estiva): tra le oltre 400 candidature (più di 800 l’anno), vengono selezionate 10 nuove start-up ad ogni sessione (20 l’anno). I requisiti per la selezione prevedono: una soluzione innovativa digitale e scalabile (replicabile su più mercati a livello internazionale), un prototipo funzionante (MVP) un team multidisciplinare formato, con competenze tech. Le start-up che accedono al Programma ricevono un investimento pre-seed fino a 200 mila euro (grazie alla partnership con Lazio Innova) in cambio di equity (dal 6% all’11%).
I FONDI EUROPEI
L’esperienza di LVenture nel cuore di Roma è un serbatoio importantissimo anche in vista dell’attuazione del Next Generation Eu: l’operazione europea per la ripartenza riserva il 20% della sua dote ai progetti incentrati sulla transizione digitale, ma anche molti altri capitoli sono inevitabilmente destinati a incrociare questa dimensione. «L’Italia deve accelerare in maniera decisa sulla digitalizzazione, una priorità strategica per la crescita e la modernizzazione del Paese, e un contributo fondamentale a riguardo è quello delle start-up» argomenta Capello, suggerendo «di concentrare l’attenzione, nella programmazione del Recovery Plan sugli imprenditori, figure chiave per il successo della nostra economia».
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