Export, il boom rallenta ma con Sace non si ferma. Ricci: faro sul Middle East. In arrivo MoltoEconomia

L’export dell’Italia ha raggiunto i 625 miliardi di euro nel 2022, in crescita del 20% sull’anno precedente. Comunque un dato «tra luci e ombre» sottolinea Alessandra Ricci, amministratore delegato di Sace, romana, in un’intervista su MoltoEconomia, giovedì 4 maggio in edicola con Il Messaggero e con gli altri quotidiani del gruppo Caltagirone (Gazzettino, Il Mattino, Corriere Adriatico e Nuovo Quotidiano di Puglia). Missione della società del ministero dell’Economia è sostenere le aziende italiane ad andare all’estero.

E l’amministratore delegato spiega: «Solo una piccola parte della crescita è dovuta all’incremento in volume, il resto è inflazione. Però in questo c’è un elemento positivo: le imprese, grazie agli investimenti in qualità, sono riuscite a scaricare sul loro fatturato l’incremento dei costi. Se non fosse successo, avremmo visto addirittura un decremento dei volumi». I mercati più promettenti? Medio Oriente, America Latina e, a macchia di leopardo, l’Africa. L’Istat ha anticipato per quest’anno una crescita del Pil probabilmente di molto superiore all’1% visto che la crescita acquisita è già dello 0,8% grazie alla tenuta proprio dell’export. «Ma attenzione – ha sottolineato il presidente degli industriali Carlo Bonomi in una recente intervista al Messaggero – Se è vero che questi numeri fanno ben sperare, è però anche vero che è pericoloso pensare che l’industria italiana possa continuare a fare da sola». Trasmettono la tendenza export anche i dati del rapporto “The Suez Canal 2023” realizzato da Srm, centro studi collegato al gruppo Intesa Sanpaolo, insieme ad Alexbank, controllata egiziana della banca italiana. L’indice bilaterale di connettività marittima vede il sorpasso dell’Italia nei rapporti con l’Egitto addirittura sulla Cina: il nostro Paese è in testa alla top ten guidata in passato proprio da Pechino. Un raffronto a quindici anni (2006-2021) considerato un termometro. «Se nel 2022 l’import-export con l’Egitto è stato pari a 7 miliardi, quello verso Paesi per noi raggiungibili solo attraverso Suez è di quasi 83 miliardi di euro», osserva Massimo Deandreis, dg di Srm.

BANCHE

E poi c’è il tema banche, dove non è ancora tempo di risiko. Nel gioco del domino per il consolidamento del settore, emergono nuovi elementi. In Unicredit, secondo quanto risulta a MoltoEconomia, si sta aprendo il cantiere del rinnovo della governance sul quale dovrà decidere l’assemblea di aprile 2024. L’attuale cda presieduto da Piercarlo Padoan e guidato da Andrea Orcel scade con il bilancio 2023: una eventuale operazione straordinaria andrebbe decisa entro settembre per poter vedere la luce entro il mandato consiliare.

PREVIDENZA

L’allarme viene dall’Inps. In un sistema pensionistico come quello italiano, è fondamentale che i lavoratori siano in numero superiore ai pensionati. Di quanto superiore? Per tenere in piedi il sistema, ha già spiegato il presidente Pasquale Tridico, sarebbe necessario non scendere mai sotto 1,5 lavoratori per ogni pensionato. Solo che oggi siamo a 1,4. E nel 2030 le previsioni dicono che scenderemo a 1,3. Nel 2050, sempre secondo le proiezioni, si cadrà fino alla parità. Indispensabile è che aumenti la natalità.

Potrebbe interessarti anche

Articoli correlati